L’arte astratta non rappresenta la realtà, ma con forme e colori esprime il nostro immaginario. L’arte astratta con i suoi colori e segni scaturisce un influsso energetico sull’anima dello spettatore.
Ma è sempre così? Certo è che ogni forma d’arte pittorica influisce soggettivamente su chi ne usufruisce che sia astratta o figurativa.
Quando formuliamo un giudizio su un quadro, su che cosa ci basiamo? Quando parliamo di un quadro come del prodotto di una particolare intenzione dell’artista, di cosa stiamo parlando in realtà? Interpretare un’opera d’arte, pretendere di capire le ragioni di chi l’ha realizzata, è un’operazione semplice e al tempo stesso problematica, se non paradossale.
“L’intenzione sta alla base di ogni esperienza artistica pittorica che sia astratta e non. L’intenzione è un campo di energia, una forza universale alla quale bisogna imparare ad attingere per sfruttarne tutto il potere e diventare veramente artefici del proprio destino”
diceva Wayne W. Dyer, scrittore e psicologo statunitense.
Bisogna considerare un’opera pittorica come un artefatto di intenzione.
Ci chiediamo perché certe opere pittoriche oggettivamente belle non ci comunicano nulla, mentre come mai altre, malgrado la semplicità del segno e del colore, ci fanno rimanere pervasi da mille sentimenti?
L’arte astratta o figurativa e tutte le altre correnti, se alla base non hanno un processo di intenzione rimarranno solo oggetti senza anima nè identità.
Quindi che un’opera sia astratta o figurativa, o anche semplicemente una tela bianca con un invisibile puntino scuro, se non integra l’intenzione dall’artista non godrà di vita propria ma sarà un oggetto senza energia.
Il dipinto nell’articolo misura 45 x 50 cm ed è disponibile su Artmajeur.