In un’era dominata dalla ricerca di una perfezione spesso sterile, la mia arte si distingue per la mia intenzione nel mostrare la cruda bellezza dell’imperfezione. La mia ultima tela, intitolata “Echi Silenziosi”, incarna l’approccio “Se Brût”, una corrente artistica che attinge direttamente dall’”art brut”, privilegiando l’istinto e la genuinità espressiva.
La mia tela è un viaggio sensoriale attraverso la condizione umana, rappresentata da figure stilizzate, astratte, quasi in bilico tra l’essere e il nulla. Questi echi sono figure senza voce, che comunicano in silenzio le loro storie di isolamento e connessione, di identità fratturate e di comunione interiore.
I colori terrosi e la tessitura di tratti istintivi rivelano l’influenza di maestri come Giacometti e Dubuffet, ma è la mia voce unica a parlare in questo caso. La mia visione, che accoglie l’ambiguità e le sfumature della vita, si manifesta in “Echi Silenziosi” con una potenza visiva che interpella direttamente l’osservatore.
Presento un’arte che esige di essere testimoniata, non giudicata. “Echi Silenziosi” è una tela che invita allo scavo nell’animo umano, un’opera che sfida l’osservatore a trovare risonanze personali nella collettiva esperienza dell’essere. In un mondo che anela alla nitidezza, offro una visione del mondo vibrante di autenticità, una tela dove ogni tratto è un passo verso la comprensione della nostra imperfetta umanità.
In conclusione, “Echi Silenziosi” non è solo un’espressione artistica di impatto; è una riflessione sulla vita, un’ode all’incompleto, e un riconoscimento che, nell’arte come nell’esistenza, gli echi più silenziosi possono essere i più eloquenti.
